Quali sono le piante tossiche per i gatti?

I gatti sono curiosi per natura e spesso mostrano interesse per le piante che trovano in casa o in giardino. Alcune delle piante sono innocue, altre però contengono sostanze tossiche capaci di provocare intossicazione da piante, insufficienza renale acuta o problemi cardiaci. Conoscere i rischi ti permette di proteggere il tuo micio.

L’essenziale (TL;DR):

  • Molte piante di casa e da giardino contengono tossine pericolose per i gatti
  • I sintomi vanno da vomito intensi e dolore addominale a insufficienza renale e problemi cardiaci
  • In caso di ingestione bisogna portare subito campioni della pianta al veterinario di fiducia

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Pothos, monstera, ficus

Il Pothos (Epipremnum aureum) è una delle piante di casa più comuni. Tutte le parti contengono ossalato di calcio insolubile. Anche una piccola quantità provoca irritazione orale, dolore addominale e vomito intensi. I casi descritti in IJVAR (2024) confermano che i gatti possono presentare diarrea, mancanza di appetito e letargia.

La Monstera deliciosa, anch’essa molto diffusa come pianta ornamentale, contiene ossalati che causano sintomi simili. Un gatto può manifestare salivazione, gonfiore della bocca e difficoltà respiratorie. Questa pianta velenosa non è di solito mortale, ma può provocare intossicazione da piante con conseguenze serie.

Il Ficus benjamin è un’altra pianta da appartamento molto popolare. Le foglie delle piante e l’acqua del vaso rilasciano lattice irritante. I gatti colpiti possono sviluppare dolore addominale, diarrea e, nei casi gravi, bassa pressione sanguigna. Secondo Cats Protection (2023) questa pianta rientra tra le più frequentemente segnalate come causa di sintomi gastrointestinali nei gatti.

La Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima), comune durante le festività, è tossica in tutte le parti. Il lattice e le foglie delle piante causano lesioni orali, vomito e diarrea. Non è mortale, ma rappresenta una pianta tossica che non dovrebbe essere tenuta nelle case con gatti.

Zamioculcas, Spathiphyllum, Anthurium

Gatto bianco annusa una pianta in vaso intrecciato

La Zamioculcas zamiifolia è considerata una pianta da appartamento resistente. Tuttavia, tutte le parti contengono ossalato di calcio, sostanza tossica che provoca vomito, salivazione e diarrea.

La Bella di notte (Mirabilis jalapa) cresce nei giardini. I semi e le radici sono particolarmente tossici: i gatti o mici colpiti manifestano dolore addominale, vomito intensi e diarrea. Secondo l’IJVAR (2024) nei casi gravi può essere necessario il ricovero e fluidoterapia.

Lo Spathiphyllum, noto come giglio della pace, è molto comune come pianta di casa. L’ingestione di foglie delle piante provoca dolore orale, gonfiore e nei casi gravi difficoltà respiratorie.

L’Anthurium contiene ossalati di calcio e tutte le parti sono tossiche. I sintomi includono irritazione orale, ipersalivazione e vomito.

L’Ortensia (Hydrangea) è una pianta ornamentale da esterno. Le foglie delle piante e i fiori contengono glicosidi cianogenici. L’ingestione provoca vomito, letargia e nei casi gravi problemi cardiaci.

Quali felci sono velenose per i gatti?

Non tutte le felci sono dannose. La felce di Boston è considerata sicura e può essere tenuta in casa. Al contrario, la felce di Asparago provoca sintomi gastrointestinali e può irritare la pelle. La felce aquilina è ancora più pericolosa e, secondo Toxins (MDPI, 2023), può colpire il sistema nervoso centrale degli animali.

Consiglio Santévet: se noti interesse per le piante nel tuo gatto, offrigli erbe sicure come erba gatta o avena. Queste erbe aiutano anche a ridurre le palle di pelo e rappresentano un’alternativa sana alle piante tossiche.

Il meccanismo tossicologico delle felci merita un approfondimento. Alcune specie, come la felce aquilina, contengono sostanze che interferiscono con il sistema nervoso centrale, provocando sintomi neurologici come tremori, incoordinazione e, nei casi più gravi, convulsioni. Questo tipo di pianta velenosa è meno comune in appartamento ma frequente nei giardini e nei boschi.

Altre felci, come la felce di Asparago, rilasciano sostanze irritanti che colpiscono soprattutto l’apparato digerente, con dolore addominale, diarrea e vomito intensi. Secondo l’IJVAR (2024), anche un contatto prolungato con le foglie delle felci tossiche può causare irritazione cutanea nei gatti.

È importante quindi conoscere non solo l’effetto dell’ingestione, ma anche i rischi da contatto. In casa, questo può avvenire quando il gatto si rotola su un tappeto vicino a una pianta o sfrega il muso sulle foglie.

Nei casi gravi, i veterinari di fiducia segnalano la necessità di terapie antibiotiche secondarie per trattare le lesioni cutanee, soprattutto se il gatto tende a leccarsi le ferite.

Altri rischi: i semi

Un aspetto meno noto riguarda i semi. In molte piante ornamentali i semi concentrano sostanze tossiche. La Bella di notte, ad esempio, è molto attraente per i gatti perché i suoi semi colorati somigliano a piccole bacche.

Secondo Toxins (MDPI, 2023), l’ingestione di semi tossici rappresenta uno dei fattori più comuni nelle intossicazioni accidentali degli animali domestici. Anche l’ortensia produce semi che contengono glicosidi cianogenici, con effetti più rapidi rispetto alle foglie. Per questo è importante controllare non solo le foglie delle piante, ma anche i semi caduti, che spesso i gatti raccolgono giocando.

Inoltre, alcune piante come lo Spathiphyllum tendono a disperdere semi e parti di fiori secchi che, se ingeriti, provocano sintomi simili all’ingestione di foglie. La prevenzione richiede quindi un’attenzione costante, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, quando le piante producono semi in abbondanza.

Altri rischi: acqua del vaso e fiori recisi

Molti proprietari di animali domestici non sanno che anche l’acqua del vaso può diventare pericolosa. Quando il gatto beve dal sottovaso o dal contenitore di una pianta tossica, ingerisce tracce di sostanza tossica rilasciata dalle foglie delle piante. Nel caso del ficus benjamin, ad esempio, l’acqua del vaso può contenere lattice irritante.

Questa forma di esposizione è stata sottolineata in un articolo del International Journal of Veterinary and Animal Research (2024), dove diversi casi clinici mostravano sintomi anche senza ingestione diretta di foglie. È importante quindi non solo evitare il contatto con le foglie, ma anche impedire al gatto di accedere all’acqua contaminata.

Un altro rischio riguarda i fiori recisi: i gigli recisi in un vaso possono rilasciare polline e tracce di tossine nell’acqua, che se bevuta causa insufficienza renale acuta. Questa informazione è cruciale perché spesso i proprietari di animali domestici pensano che il pericolo sia solo nel masticare le foglie, mentre anche bere acqua contaminata può avere conseguenze gravi.

Prevenzione domestica

Per completare il quadro, è utile conoscere anche le strategie di prevenzione domestica. Secondo Cats Protection (2023), il primo passo è sostituire le piante tossiche con piante sicure. Un’altra strategia consiste nel posizionare le piante su mensole alte o in zone non accessibili.

Alcuni proprietari di animali domestici usano repellenti naturali a base di agrumi, che tengono lontani i gatti dalle piante. In giardino, è fondamentale recintare le zone con piante ornamentali pericolose e rimuovere fiori recisi tossici come gigli o azalee.

In casa, è buona pratica cambiare regolarmente l’acqua dei vasi ed evitare che i gatti abbiano accesso a fiori recisi potenzialmente pericolosi. Infine, è importante informarsi: conoscere il tipo di pianta acquistata e i potenziali rischi per gli animali domestici.

Quali piante danno fastidio ai gatti?

Alcune piante non sono mortali ma causano disturbi temporanei che spaventano i proprietari di animali domestici. Molti gatti mostrano sintomi lievi quando entrano in contatto con piante non tossiche ma irritanti.

Ad esempio, il rosmarino o la salvia possono causare starnuti o leggera irritazione orale. Alcune piante grasse, come l’aloe decorativa non trattata, provocano fastidi digestivi. I segnali più comuni includono vomito lieve, diarrea occasionale, perdita momentanea di appetito e irritazioni cutanee intorno al muso.

Piante aromatiche, piante grasse

Le erbe aromatiche come salvia, basilico e rosmarino non sono piante velenose, ma se ingerite in grandi quantità provocano dolore addominale, vomito e diarrea. La lavanda, utilizzata per allontanare i gatti, può causare vomito intensi e letargia.

Tra le piante grasse, l’aloe vera è tossica: contiene sostanza tossica che provoca diarrea e sintomi gastrointestinali. Secondo Cats Protection (2023) è una delle piante di casa più frequentemente ingerite dai gatti.

Piante da interno, esterno e orto

  • Piante da appartamento: orchidee Phalaenopsis non sono tossiche ma possono causare sintomi lievi come vomito o mancanza di appetito.
  • Piante da esterno: crisantemi e glicine provocano diarrea e vomito. L’azalea invece è molto più pericolosa. Anche hedera helix, l'edera comune, è tossica.
  • Orto: pomodori acerbi e patate crude sono tossici per i gatti e possono provocare sintomi gastrointestinali.

Quali piante sono mortali per i gatti?

Gatto tigrato marrone avvicina il muso a una pianta

Alcune piante provocano condizioni gravi e possono portare a morte se non trattate subito. Il mughetto contiene glicosidi cardiotossici che causano problemi cardiaci. L’azalea danneggia il sistema nervoso centrale e può essere fatale. L’intossicazione da piante come queste richiede cure immediate. Anche ingerite in piccola quantità, possono causare morte se non trattate. Secondo IJVAR (2024) i casi gravi più comuni nei gatti sono legati a ingestione di gigli, ciclamini e mughetto.

Ciclamino, gigli, Dieffenbachia

I ciclamini, soprattutto i tuberi, contengono saponine tossiche. L’ingestione provoca dolore addominale, vomito intensi e nei casi gravi problemi cardiaci.

I gigli (Lilium e Hemerocallis) sono tra le piante tossiche più pericolose. Fitzgerald et al. (JAVMA, 2024) hanno dimostrato che anche una piccola quantità di polline può provocare insufficienza renale acuta con esito fatale se non trattata immediatamente.

La Dieffenbachia contiene ossalato di calcio. Tutte le parti sono tossiche e provocano dolore orale, salivazione e difficoltà respiratorie.

Un altro elemento da considerare è la differenza tra ingestione di foglie, polline e acqua del vaso. Nei gigli, ad esempio, il polline rappresenta una minaccia tanto quanto le foglie: basta che il gatto si lecchi il pelo dopo averci strofinato il muso per ingerire una quantità letale.

Secondo lo studio di Fitzgerald et al., JAVMA (2024), molti casi di insufficienza renale acuta sono stati collegati non a ingestione diretta, ma al contatto accidentale con il polline. Anche i ciclamini rappresentano un rischio particolare nei tuberi, che contengono la più alta concentrazione di saponine tossiche.

Questo spiega perché, nei casi clinici analizzati, i gatti che scavavano nei vasi sviluppavano sintomi più gravi. Infine, nel caso delle ortensie, l’acqua del vaso contenente fiori recisi può contenere sostanze tossiche disciolte, con effetti rapidi.

Capire queste differenze è fondamentale per la prevenzione: non basta evitare di lasciare piante intere in casa, ma occorre considerare anche parti “indirette” come polline, semi e acqua contaminata.

Cosa fare in caso di ingestione?

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Secondo Cats Protection (2023) molti proprietari di animali domestici non riconoscono subito i segnali, ritardando il trattamento e aumentando i rischi. Se sospetti che il tuo gatto abbia ingerito una pianta tossica:

  • Porta subito il gatto dal veterinario di fiducia
  • Porta campioni della pianta per facilitare la diagnosi
  • Non indurre mai il vomito senza indicazioni mediche
  • Nei casi gravi il trattamento include fluidoterapia, lavanda gastrica e monitoraggio renale
Situazione Azione consigliata
Ingestione sospetta Porta campioni della pianta al veterinario
Sintomi lievi Monitoraggio + visita di controllo
Casi gravi Lavanda gastrica + fluidoterapia
Ingestione di giglio Trattamento immediato per insufficienza renale acuta

Infatti, “il trattamento immediato aumenta notevolmente la sopravvivenza dei gatti avvelenati da piante tossiche.”

– Fitzgerald K. et al., Lily (Lilium spp.) intoxication in cats: A retrospective study of clinical cases and outcomes, JAVMA, 2024, 263(1):55-62.

Proteggere i gatti dalle piante tossiche significa unire informazione, attenzione quotidiana e scelte consapevoli. Non basta conoscere i nomi delle specie pericolose: è essenziale osservare i comportamenti del proprio animale, riconoscere segnali precoci e agire senza ritardi contattando il veterinario.

Oltre alla prevenzione ambientale, un’assicurazione veterinaria è fondamentale per proteggere la salute del gatto e la tua serenità. Le spese per cure urgenti in caso di ingestione di piante o cibi tossici possono essere molto elevate, soprattutto se servono fluidoterapia, ricovero o interventi specialistici.

I pacchetti Santévet coprono questo e altri aspetti della vita felina, come sterilizzazione, costi di vaccinazione e visite di controllo, garantendo continuità nelle cure senza pesare eccessivamente sul budget familiare: scegli il tuo!

Fonti:

https://www.mdpi.com/2072-6651/15/7/442

https://www.ijvar.org/index.php/ijvar/article/view/590

https://www.cats.org.uk/help-and-advice/home-and-environment/dangerous-plants