Origini
Le origini del cane maremmano affondano le radici nella storia rurale dell’Italia centrale. In particolare, il cane da pastore maremmano abruzzese deriva da un’antica linea di cani da guardiania utilizzati per proteggere le greggi nella dorsale appenninica, spostandosi stagionalmente tra l’Abruzzo e la Maremma toscana. Questa transumanza ha influenzato la selezione genetica, portando alla creazione di una razza unica, oggi riconosciuta con il doppio nome. Il segugio maremmano, invece, si è sviluppato per esigenze diverse: nella Maremma toscana, i cinghiali e altri animali selvatici richiedevano un cane da caccia resistente, dotato di un ottimo fiuto e capace di lavorare in mute. Così nacque il segugio maremmano, una razza italiana robusta, fedele e infaticabile, ancora oggi molto utilizzata nella caccia tradizionale. Entrambe le razze rappresentano un legame indissolubile con il territorio e la cultura contadina italiana, e sono state tramandate attraverso i secoli, fino ad arrivare agli anni successivi al riconoscimento ufficiale, avvenuto rispettivamente nel 1958 per il pastore maremmano abruzzese e nel 2018 per il segugio maremmano. Queste due razze non solo incarnano l’identità cinofila di una regione, ma raccontano anche l’evoluzione del rapporto tra uomo e cane in funzione del lavoro. Il cane da pastore maremmano abruzzese, con il suo temperamento calmo e il forte istinto protettivo, ha salvaguardato per generazioni intere il sostentamento di pastori e famiglie, affrontando lupi e predatori con coraggio. Il segugio maremmano, invece, ha affiancato i cacciatori nei boschi fitti della Toscana, distinguendosi per la sua capacità di seguire le tracce anche su terreni difficili e in condizioni climatiche avverse. Oggi entrambe le razze sono apprezzate anche fuori dal contesto rurale: il pastore maremmano viene spesso impiegato nella protezione di allevamenti biologici e riserve naturali, mentre il segugio maremmano trova estimatori tra gli appassionati di cinofilia venatoria. Il loro valore storico, culturale e pratico continua a vivere, rendendole autentici simboli della tradizione italiana.
Parco della Maremma tra Toscana e Lazio
Il Parco della Maremma, situato in provincia di Grosseto, è un’area naturale protetta dove la natura è ancora selvaggia e incontaminata. Questo parco è anche il simbolo della terra di origine del cane maremmano. Tra le sue colline, le zone boscose e le ampie radure pascolate, il cane da pastore e il segugio hanno trovato il loro ambiente ideale. Il cane da pastore maremmano abruzzese svolgeva qui il ruolo di guardiano delle greggi, difendendole da lupi e predatori. Il segugio maremmano, invece, era impiegato nella caccia, specialmente al cinghiale. Ancora oggi, nel Parco della Maremma, si può osservare l’influenza di queste razze sulla gestione del territorio. In quest’area, infatti, l’uso dei cani da pastore è parte integrante delle pratiche sostenibili, e rappresenta una forma di coesistenza tra attività umane e conservazione della biodiversità. Non sorprende che i maremmani siano simboli viventi di questo ecosistema. Il Parco della Maremma non è solo un rifugio per la fauna selvatica, ma anche un esempio virtuoso di equilibrio tra uomo, animali e ambiente. Le razze maremmani, con il loro profondo legame con il territorio, continuano a essere protagoniste di progetti di tutela e gestione ecologica. La loro presenza storica e attuale testimonia una cultura rurale radicata, capace di coniugare tradizione e rispetto per la natura.
Cane da pecora
Il termine “cane da pecora” è spesso usato colloquialmente per riferirsi al cane da pastore maremmano abruzzese, una delle razze più antiche e rappresentative del lavoro di guardiania. Questo cane da pastore ha accompagnato per secoli le greggi nei loro spostamenti stagionali, proteggendole da attacchi di lupi, orsi e altri pericoli. La sua struttura fisica, caratterizzata da un tronco forte e una forte ossatura, lo rende perfettamente adatto a difendere il bestiame. La sua natura indipendente, combinata con un forte senso del territorio, lo rende capace di agire anche in assenza dell’uomo. Questo cane sviluppa un forte attaccamento verso gli animali che protegge, che siano pecore o, in contesti moderni, altri animali da allevamento. È quindi una figura centrale nell’allevamento estensivo, anche oggi, soprattutto in territori dove la presenza di predatori è ancora significativa. In casa, può diventare un eccellente animale da compagnia, ma solo per chi è disposto a rispettarne l’autonomia.
Quanti tipi di maremmano ci sono?
Come accennato, esistono due razze ufficialmente riconosciute sotto il nome di “maremmano”: il cane da pastore maremmano abruzzese e il segugio maremmano. Pur condividendo la medesima area geografica di origine e alcune caratteristiche morfologiche legate alla rusticità e alla resistenza, queste due razze si distinguono per funzioni e comportamento. Il pastore maremmano abruzzese è un cane da pastore, usato prevalentemente per la guardiania del bestiame, mentre il segugio maremmano è un cane da caccia specializzato nella seguita, soprattutto del cinghiale. Entrambe le razze conservano tratti che le rendono uniche: l’una per la sua statura imponente e il pelo lungo, l’altra per l’agilità e la resistenza. Tutte e due, inoltre, riflettono un’evoluzione strettamente legata alle necessità umane e ambientali della Maremma: il pastore, silenzioso e vigile, incarna la protezione e l’equilibrio con la natura; il segugio, dinamico e determinato, rappresenta l’efficienza e l’adattabilità nella caccia. La selezione secolare ha modellato non solo l’aspetto fisico, ma anche il temperamento di questi cani, rendendoli veri specialisti nei rispettivi ruoli. Per comprendere meglio queste razze, vediamole singolarmente.
Cane da pastore maremmano abruzzese
Il cane da pastore maremmano abruzzese rappresenta una delle figure più affascinanti nel panorama delle razze italiane. La sua imponenza, la sua fierezza e il tempo stesso maestoso lo rendono facilmente riconoscibile. È un cane che non passa inosservato, non solo per il suo aspetto, ma anche per il portamento calmo e vigile. Storicamente, era utilizzato nelle transumanze, proteggendo le greggi da predatori lungo la dorsale appenninica. Questo impiego ha modellato la sua personalità: solido, riflessivo, dotato di un istinto naturale alla protezione.
In casa, se abituato fin da cucciolo, può essere un compagno equilibrato. Tuttavia, non è un cane per tutti. Chi desidera un cane sempre pronto all’obbedienza potrebbe trovarlo troppo indipendente. È più adatto a persone esperte, che sappiano interpretare il suo linguaggio e rispettarne il bisogno di autonomia. Il maremmano non ama gli ordini ripetuti né la sottomissione. In compenso, offre una presenza costante, protettiva, leale.
Nell’ambiente rurale dà il meglio di sé, ma può adattarsi anche a contesti più moderni, purché con adeguato spazio e attività. A differenza di razze come il Golden Retriever o il Border Collie, il maremmano non ha bisogno di continue interazioni né ama il gioco fine a sé stesso. Predilige funzioni concrete. Non è raro vederlo sorvegliare silenziosamente l’ingresso della casa, senza abbaiare inutilmente ma intervenendo solo quando necessario. La sua tempra è paragonabile a quella di razze primitive come l’Akita Inu o il Pastore del Caucaso, per la medesima attitudine alla protezione e all’indipendenza. Tuttavia, il pelo lungo, il colore bianco uniforme e lo sguardo calmo conferiscono al maremmano un’aura più pacifica. Si tratta, in ogni caso, di un soggetto che va compreso e rispettato nella sua unicità.
Segugio maremmano da caccia
Il segugio maremmano è meno conosciuto a livello internazionale rispetto al suo “cugino” pastore, ma rappresenta un’autentica eccellenza cinofila italiana. Si tratta di una razza estremamente apprezzata dai cacciatori per la sua capacità di lavorare in mute, la resistenza alla fatica e l’ottimo fiuto. Queste caratteristiche lo rendono ideale nella caccia al cinghiale, attività storicamente praticata nella Maremma toscana, in cui il segugio maremmano si muove con scioltezza e determinazione tra arbusti e sottobosco.
A differenza di altri segugi italiani, come il Segugio Italiano a pelo raso o a pelo forte, il segugio maremmano presenta una struttura leggermente più compatta e un temperamento più rustico. La conformazione generale del suo corpo lo rende adatto a lunghi percorsi su terreni difficili. Il suo mantello può essere di colore nero, fulvo, tigrato o bianco con pezzature: una varietà che rispecchia l’adattamento alle esigenze ambientali.
Dal punto di vista comportamentale, è un cane molto attivo, con un istinto venatorio sviluppatissimo. Tuttavia, fuori dalla battuta di caccia, può rivelarsi anche un buon animale da compagnia per famiglie che vivano in territori rurali e siano in grado di offrirgli movimento e stimoli quotidiani. Il segugio maremmano richiede infatti libertà, aria aperta, e non ama essere costretto in ambienti chiusi. Nonostante ciò, rispetto ad altri cani da caccia come il Beagle o il Foxhound, può risultare più gestibile dal punto di vista del richiamo e della coabitazione in gruppo.
Una sua peculiarità è la voce: squillante, persistente, utile per seguire la muta anche a distanza. Il suo carattere determinato e poco espansivo lo rende adatto a chi apprezza l’efficienza e la discrezione. Non è un cane da salotto, ma un eccellente lavoratore che dà il meglio di sé nei boschi.
Caratteristiche del cane maremmano
Le caratteristiche fisiche del cane maremmano, soprattutto del tipo da pastore, sono tra le più distintive nel panorama delle razze italiane. La sua imponente altezza al garrese, il tronco robusto e la folta coda lo rendono inconfondibile. Il pelo lungo, ruvido e ricco di sottopelo, gli permette di resistere anche alla stagione invernale più rigida. È un cane pensato per vivere all’aperto, e ogni dettaglio morfologico riflette questa origine funzionale.
Le orecchie, di media grandezza e forma triangolare, pendono ai lati del capo. Gli occhi, piccoli e ben inseriti, sono spesso di colore marrone scuro, conferendo un’espressione vigile ma tranquilla. Il tartufo è ampio, nero, ben pigmentato. Il tronco è solido, allungato, con torace profondo e spalle muscolose. La coda, lunga e pendente, può essere portata più alta in situazioni di allerta. L’altezza al garrese varia: maschi tra 65 e 73 cm, femmine tra 60 e 68 cm. Alcuni soggetti maschi particolarmente robusti possono raggiungere anche i 75 cm.
Se paragonato ad altre razze primitive, come il Cane Lupo Cecoslovacco o il Laika Russo, il maremmano risulta meno predatorio e più riflessivo. Rispetto a razze orientali come il Kangal o il Mastino Tibetano, mantiene però una maggiore armonia nelle proporzioni e una minore aggressività spontanea. Anche confrontato con il Komondor o il Kuvasz ungheresi – altri cani da pastore dal pelo lungo – il maremmano si distingue per l’aspetto rustico ma elegante.
Il segugio maremmano, seppur più snello, condivide alcune di queste caratteristiche: forte ossatura, tronco solido, orecchie pendenti. La sua struttura si avvicina a quella del Segugio Bavarese o dell’Ariegeois francese, ma con una maggiore resistenza ai climi mediterranei e un temperamento più sobrio. Entrambe le varianti del maremmano mostrano un equilibrio tra forma e funzione.
Quanto pesa un maremmano adulto?
Il cane da pastore maremmano abruzzese maschio adulto pesa in media tra i 35 e i 45 kg, mentre le femmine pesano tra i 30 e i 40 kg. Il segugio maremmano, di taglia inferiore, ha un peso medio di 19-25 kg per i maschi e 18-24 kg per le femmine. In entrambi i casi, una dieta equilibrata e l’attività fisica quotidiana sono essenziali per mantenere il peso ideale, soprattutto considerando l’elevata massa muscolare e la struttura del tronco.
Colori del mantello: bianco, nero
Il cane da pastore maremmano abruzzese presenta un mantello di colore bianco uniforme, ma possono essere presenti sfumature avorio o leggere tonalità arancio pallido. Il pelo è lungo, abbondante, e dotato di sottopelo folto. Il segugio maremmano offre una varietà cromatica più ampia: si osservano mantelli neri, fulvi, tigrati, tricolori o con picchiettature bianche. La scelta del tipo di pelo – raso o forte – dipende dalle esigenze dell’ambiente e dal tipo di caccia. In entrambe le razze, la cura del mantello è importante per prevenire problemi cutanei e garantire una buona salute del pelo e della cute.
Come è il carattere del cane da pastore maremmano?
Il carattere del cane da pastore maremmano abruzzese è forte, indipendente, riflessivo. È un cane che sa prendere decisioni autonome e difendere il proprio territorio. È anche affettuoso, ma non invadente: la sua indipendenza va rispettata. Non è un cane da appartamento, né da chi cerca un compagno sottomesso. Preferisce vivere in spazi ampi, immerso nella natura, e necessita di interazioni significative. È leale verso la famiglia, paziente con i bambini se cresciuto con loro, ma può diventare territoriale con gli estranei. Una socializzazione precoce è fondamentale per evitarne l’eccessiva diffidenza. Questa razza mantiene un forte istinto protettivo, ereditato dal suo passato di guardiano delle greggi. Il cane da pastore maremmano abruzzese osserva attentamente l’ambiente circostante e interviene solo quando percepisce una reale minaccia. Non ama essere comandato in modo rigido, ma risponde bene a una guida coerente, calma e rispettosa. L’addestramento deve basarsi sulla fiducia e sull’autorevolezza, mai sulla coercizione. Nonostante la sua natura autonoma, crea legami profondi con chi considera parte del “suo branco” e può diventare un compagno fedele e protettivo. Ha bisogno di attività mentali e fisiche quotidiane, altrimenti rischia di annoiarsi e sviluppare comportamenti indesiderati. La convivenza con altri animali è possibile, ma richiede una corretta introduzione. In un contesto rurale, questo cane dà il meglio di sé, assumendo spontaneamente il ruolo di custode. È una razza che premia chi sa comprenderla, con equilibrio, rispetto e consapevolezza delle sue esigenze ancestrali.
Quali sono i difetti del pastore maremmano?
Il pastore maremmano abruzzese non è una razza facile. Il primo e più evidente difetto è la sua forte indipendenza: questa qualità, necessaria per la guardiania, può diventare un problema se il cane viene cresciuto in un ambiente domestico senza regole chiare. Il maremmano tende a prendere decisioni da solo, e se non è ben socializzato, può diventare diffidente fino all’aggressività con gli estranei.
Un altro difetto è la scarsa tolleranza verso altri animali non appartenenti al “suo branco”. Essendo un cane territoriale, può avere difficoltà a convivere con altri cani adulti, soprattutto se maschi. Inoltre, ha una bassa motivazione al gioco e all’addestramento classico: non risponde volentieri a esercizi ripetitivi, a differenza di cani come il Labrador o il Pastore Tedesco.
Il suo abbaio è forte, profondo, e può diventare insistente soprattutto di notte, quando percepisce anche il minimo movimento. In contesti urbani questo comportamento può causare problemi di convivenza.
Infine, richiede spazi adeguati: un maremmano costretto a vivere in un appartamento o senza accesso all’esterno può sviluppare stress, comportamenti distruttivi e marcata apatia. Questo cane ha bisogno di aria aperta, movimento, e soprattutto di un compito, anche simbolico, da svolgere. La sua indole di cane da pastore non può essere soppressa: va canalizzata in modo intelligente.
Consiglio Santévet
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Fin dai primi mesi di vita, esponetelo a diversi ambienti, persone e animali: una socializzazione precoce riduce la diffidenza.
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Evitate di isolarlo: pur essendo indipendente, ha bisogno di un legame emotivo forte con la famiglia.
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Dategli un compito: la semplice sorveglianza del giardino o della casa è sufficiente per farlo sentire utile.
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Siate coerenti: non cambiate continuamente regole o comandi, il maremmano non tollera l’incoerenza.
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Ricompensate con premi naturali come carezze, momenti di gioco o piccoli bocconi.
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Non forzatelo in ambienti affollati: preferisce la tranquillità e i territori familiari.
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Assicuratevi che abbia accesso quotidiano all’aria aperta, meglio se in un giardino recintato.
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Non sottovalutate il suo mantello: richiede spazzolature regolari, soprattutto durante la muta.
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Valutate l’affiancamento con un educatore esperto in razze indipendenti.
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Ricordate che, come i cani primitivi, ha una mente autonoma: va guidato, non costretto.
Quanto vive un pastore maremmano?
La vita media del cane da pastore maremmano abruzzese è di 11-13 anni. È una razza generalmente sana, ma può soffrire di displasia dell’anca, torsione gastrica, e alcune patologie oculari ereditarie. È importante effettuare controlli regolari, mantenere una dieta bilanciata e garantire un’adeguata attività fisica quotidiana, anche nella stagione invernale, quando tende a essere più sedentario. Una corretta gestione della salute fin dalla giovane età migliora notevolmente la qualità e la durata della vita del cane. Inoltre, la selezione genetica e l’allevamento responsabile giocano un ruolo cruciale nel prevenire malattie ereditarie. Il maremmano abruzzese, grazie al suo stile di vita attivo e all’adattamento agli ambienti difficili, sviluppa un sistema immunitario robusto. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un veterinario esperto in razze di pastore per monitorare la salute specifica e intervenire tempestivamente in caso di problemi, assicurando così un benessere duraturo.
Possedere un maremmano, un cane da pastore o un segugio da caccia, comporta una grande responsabilità. Un cane di queste dimensioni e attitudini può incorrere in incidenti, intossicazioni alimentari (ad esempio ingerendo alimenti tossici), oppure richiedere interventi chirurgici come la castrazione o la sterilizzazione. Un’assicurazione per animali copre spese veterinarie impreviste, responsabilità civili in caso di danni a terzi, e garantisce la possibilità di offrire al proprio cane le migliori cure senza gravare eccessivamente sul bilancio familiare. È un investimento utile per ogni proprietario consapevole: scegliete la vostra formula Santévet!